007d 27.00 S / 034d 03.00 W 120NM.Corrente del Brasile in archivio. W la corrente di Guiana.
Messaggio ricevuto il 29/02/2012 ore 12:00 UTC
mercoledì 29 febbraio 2012
martedì 28 febbraio 2012
lunedì 27 febbraio 2012
domenica 26 febbraio 2012
sabato 25 febbraio 2012
venerdì 24 febbraio 2012
giovedì 23 febbraio 2012
mercoledì 22 febbraio 2012
Sono le due ma mi sono svegliato e non riesco piu' a prendere sonno. Ancora mi brucia la delusione per la perdita della connessione ad internet, avevo totalmente rimosso la nozione che le comunicazioni non le si puo' mai dare per scontate. E cosi' mi ero preparato ad una vigilia della partenza che doveva essere memorabile, tanti amici radioamatori da salutare su Echolink e poi Skype con i miei familiari riuniti per l'occasione. Sarebbe stata una bellissima maniera di chiudere questa permanenza a Salvador e di iniziare la lunga e laboriosa traversata che mi aspetta. E invece niente! Il risultato di tanti tentativi, compreso il percorrere, col tablet in mano, aree del porto normalmente non frequentate per cercare un segnale wifi migliore, non e' stato soddisfacente. Abbiamo ottenuto solo qualche brandello di comunicazione per la delusione mia qui e di tanti in Italia. Mah, che vogliamo farci, forse l'errore risiede nell'abitudine alla rete di comunicazioni che in genere ci circonda e ci rassicura, contiamo sul poter parlare sempre e con chiunque e perdiamo di vista che tale rete esiste per la contemporanea presenza di tantissimi elementi, per gran parte fuori dal nostro controllo, se anche uno solo di questi elementi e' assente o non conforme alle necessita' la nostra possibilita' di comunicare scompare senza lasciare tracce di se', e resta la sorpresa, l'amarezza e la delusione. Ma, parafrasando la celebre canzone, domani e' un altro giorno, usciro' dalla Bahia dos Todos os Santos, riprendero' gli sforzi per andare a nord e ricomincera' il tentativo di comunicare con la vecchia cara radio. A presto.
Messaggio ricevuto il 22/02/2012 ore 04:40 UTC
Messaggio ricevuto il 22/02/2012 ore 04:40 UTC
lunedì 20 febbraio 2012
Un bel QSO stasera, davvero la presenza degli amici, di Cagliari e non, mi fa tanta compagnia. Come dicevo in echolink, oggi ho avuto due delle tre firme necessarie per partire legalmente e mercoledì otterrò l'ultima, quella delle dogane. Poi, alle 17:00 locali lascerò l'ormeggio e mi dirigerò verso l'uscita della baia e cercherò subito di fare rotta, col motore, verso il largo, in modo da allontanarmi prima possibile dalla costa e sottrarmi, man mano che mi allontanerò, all'azione perniciosa della corrente. Vediamo se stavolta va meglio dell'altra. Per il resto tutto è in ordine, la barca è pronta e io pure. Non vedo l'ora di partire e, sopratutto, riuscire a fare le prime 3-400 miglia per poter poi godere di una navigazione in favore di vento e corrente. Mercoledì, a causa della mia posizione vicina a terra e in mezzo al traffico commerciale, non potrò fare lo sked serale in HF, cercherò però, durante il mattino seguente, di inviare un Position Report, sempre che il collegamento pactor sia possibile, cosa non scontata. Ora mi metto a preparare la pastasciutta per una coppia di svizzeri con i quali ho stretto un bel rapporto e che mi sono stati vicini con inviti a cena e chiaccherate. Un abbraccio. GB
Messaggio ricevuto il 20/02/2012 ore 21:20 UTC
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domenica 19 febbraio 2012
La riparazione di Giovanni
Evviva evviva! Ho la scodella col pranzo in mano e con l'altra scrivo al computer, mentre risuona dentro Ulyxes la musica che desideravo tanto sentire: Giovanni che ronfa quieto e sereno dopo essere stato assoggettato a tante amorevoli cure in questi giorni che, per me, sono stati molto faticosi e carichi di tante ansie e preoccupazioni. Quasi non riesco a crederci. Dopo il penoso rientro a Salvador, sono pronto a ripartire. Una settimana fa non ci avrei scommesso un soldo e, come me, nessuno dei marinai conosciuti qui al marina avrebbe scommesso. E invece, grazie forse all'intervento di Yemanja' (!?), tutte le tessere del mosaico sono andate al loro posto e ora ...Giovanni ronfa sotto il pagliolo che e' una gioia sentirlo. Ma che fortuna che il problema sia sorto a poca distanza da Salvador, che avessi a bordo i pezzi peculiari di questo motore, che sia riuscito a far revisionare la testata e gli iniettori l'ultimo giorno prima di carnevale, che qui blocca ogni attivita' per ben sei giorni e che gli innumerevoli, piccoli e grandi problemi che ho incontrato nel riassemblaggio abbiano trovato sempre una soluzione. In questo percorso ho anche avuto l'aiuto disinteressato e solidale di alcune persone di qua e, in special modo, l'amico Dorival, un navigatore brasiliano che si e' fatto letteralmente in quattro per far da tramite linguistico e che mi ha anche dato un grande supporto umano. Per non parlare di Lello che, dalla sua officina di Decimoputzu, mi ha dato supporto tecnico on-line. Devo dire che anche qui, tra gli altri navigatori, ci sono stati grandi sorrisi e congratulazioni quando il motore ha fatto sentire la sua voce, in effetti, una volta terminato il lavoro, mi guardano tutti con occhi grandi cosi', non e' usuale vedere effettuare questo tipo di riparazioni dallo skipper in persona. E gli amici di Cagliari? Ogni sera il loro sostegno e la loro fiducia mi arrivava via Echolink (grazie ancora Roby!) e mi aiutava a vincere lo scoraggiamento che in qualche momento mi prendeva. Ora questo e' gia' nel passato. Sto organizzandomi per la partenza, ho una grandissima voglia di misurarmi di nuovo con la fortissima corrente del Brasile ma, forte dell'esperienza della prima partenza, ho una strategia e spero di riuscire a farcela ad arrivare la', a nord, dove la corrente contraria si trasforma in una corrente a favore che mi spingera', con gli alisei, verso la Martinica, dove rivedro' una persona a me tanto cara e cosi' importante nella mia vita. Ora lascero' la barca per andare a vedere le sfilate di carnevale, voglio riempirmi gli occhi e il cuore di sensazioni e di colori e chiudere in maniera degna questo periodo di forzato rientro in Brasile.
sabato 18 febbraio 2012
Evviva evviva! Ho la scodella col pranzo in mano e con l'altra scrivo al computer, mentre risuona dentro Ulyxes la musica che desideravo tanto sentire: Giovanni che ronfa quieto e sereno dopo essere stato assoggettato a tante amorevoli cure in questi giorni che, per me, sono stati molto faticosi e carichi di tante ansie e preoccupazioni. Quasi non riesco a crederci. Dopo il penoso rientro a Salvador, sono pronto a ripartire. Una settimana fa non ci avrei scommesso un soldo e, come me, nessuno dei marinai conosciuti qui al marina avrebbe scommesso. E invece, grazie forse all'intervento di Yemanja' (!?), tutte le tessere del mosaico sono andate al loro posto e ora ...Giovanni ronfa sotto il pagliolo che e' una gioia sentirlo.
Messaggio ricevuto il 18/02/2012 ore 15:00 UTC
Messaggio ricevuto il 18/02/2012 ore 15:00 UTC
domenica 12 febbraio 2012
Falsa partenza
Eccomi di nuovo all'ormeggio a Salvador, il mio viaggio verso Nord e' durato poco piu' di due giorni, due giorni molto intensi sia dal punto di vista fisico che emozionale. Ero partito con la barca molto ben preparata, man mano che procedo divento piu' bravo nel fare solo le provviste che servono e nello stivaggio generale, per cui la barca era davvero in ordine, ben diversa da quella che avevo ripreso nei video fatti all'inizio del viaggio. Sono partito gia' sapendo che il tratto da Salvador fino a Recife, grosso modo fino allo spigolo NE del Brasile, sarebbe stato duro. Le Pilot Charts americane, quelle usate da tutti i naviganti, danno una corrente contraria di 0.5 nodi e venti prevalenti da NE ed E. Con queste premesse sarebbe stato un lento procedere di bolina per coprire le prime centinaia di miglia. Successivamente si preannunciava invece un navigazione in favore di vento e corrente, una goduria solo a pensarci. Appena uscito dalla baia di Salvador si e' presentata una situazione inaspettamente favorevole, l'oceano somigliava al nostro Mediterraneo d'estate, ondine deliziose, un blu profondo e.... il vento da SE! Non potevo crederci ma andavo, tutte le vele a riva, intorno ai 4 nodi e in rotta perfetta! E la famosa corrente del Brasile che porta verso sud? Beh, sicuramente mi stava togliendo velocita' ma, di tutta evidenza, la situazione non pareva cosi' catastrofica come l'avevano riportata alcuni equipaggi che erano rientrati dopo un vano tentativo di andare a nord. E' vero che non riuscivo ad allontanarmi dalla costa come avrei voluto. Ma andava bene cosi'. Gia' pregustavo una risalita veloce verso Nord e un arrivo in minor tempo del previsto in Guiana. Ma in barca mai niente e' scontato finche' non sia gia' accaduto. Sono bastate poche ore per cancellare un idillio che era nato tra lo skipper ed il mondo circostante. Innanzitutto, avevo percorso una ventina di miglia, il bel SE, dopo una fiammata che addirittura mi costringe a ridurre la randa, muore e lascia il posto ad una brezza da NE. OK, era nei patti, il vento contrario era parte del contratto... fare dei bordi era nelle previsioni. E cosi' inizia una serie di prove e di tentativi per fare il bordeggio, cioe' risalire il vento contrario, effettuando dei percorsi di bolina che, in condizioni normali, Ulyxes riesce a fare mantenendo circa 50 gradi dalla direzione del vento. In altre parole, col vento da circa 060 avrei dovuto tenere una rotta di circa 110 gradi. La mia rotta era 180 gradi! Andavo verso Sud invece che verso Nord! Bel risultato! Beh, proviamo a risalire il vento dall'altra parte. E cosi' ecco che Ulyxes segue una rotta di 320 gradi, che porta verso ... Salvador. Non credo ai miei occhi, ad ogni bordo invece che guadagnare verso nord mi trovo spostato verso sud. Stare all' ancora, fondali permettendo, sarebbe piu' conveniente che navigare. Vi giuro che, complice la notte in bianco, comincio a dubitare delle mie facolta'. E' vero, ho mezzo nodo di corrente contraria, ma che bordeggiando retroceda invece che avanzi non torna. E cosi' trascorro molte ore facendo vani tentativi di regolazione di vele, di andature diverse, ma tutte ottengono il risultato che scadiamo sempre di piu verso sud. Entro un po' nel pallone. Prendo un foglio di carta, faccio il triangolo dei vettori, corrente 0.5 nodi, velocita' barca tre nodi circa, scarroccio causato dal vento e, no, non e' possible che io vada verso sud. Che cosa diamine succede! Non capisco piu' niente di navigazione elementare? Ammaino le vele e accendo il motore e assumo la rotta prevista e... facciamo nemmeno due nodi! Ma come, Giovanni non e' mai stato un mostro di potenza, ma a questi regimi mi aveva sempre assicurato almeno 4 nodi, se non 4,5. Mi viene anche la balzana idea che stia trascinando qualcosa che impedisce di fare velocita'. Le ore stanno passando, non avanzo e mi sento un po' in un vero cul de sac. Che fare? Mi lascio trascinare fino a Rio de Janeiro?! La stanchezza mi annebbia un po' le idee. Spengo il motore sono a secco di vele e mi prendo una pausa per ragionare. E l'arcano trova l'unica spiegazione che io, nel mio intimo, avevo rifiutato fino ad allora. Con la barca che galleggiava come una papera, in un mare meravigliosamente calmo che invogliava a fare il bagno, il plotter segnava una velocita' di 2,5 nodi. Non ci volevo credere. Senza vele e motore Ulyxes andava via verso sud ad una velocita' che era piu' della meta' di quella che il motore poteva darmi. E i 0.5 nodi di corrente dati dalle Pilot Charts? Disperatamente errati per difetto. E ora? Le correnti non cambiano che molto lentamente. Dovevo fare i conti con questa incredibilmente forte corrente del Brasile. Il vento aveva ruotato ad Est e allora mi restava di fare una prova. Vela piu' motore. E cosi', con una serie di tentativi, finalmente, riesco ad ammansire gli elementi e Ulyxes fa rotta 020, non esattamente quello che serve ma nemmeno troppo discosta. La velocita' e' superiore ai 3 nodi. Faccio i conti, a dati costanti il gasolio che ho a bordo mi basta per le circa 120 ore che stimo mi servano per arrivare in aree dove il vento e la corrente siano meno sfavorevoli. Un po' si sollievo arriva a lenire la mia stanchezza e il disappunto. Almeno ho una strategia per tirarmi fuori dagli impacci. Giovanni gira regolare, io cerco di schiacciare dei pisolini in pozzetto, sempre tenendo d'occhio le tante navi in transito. Verso le 4 del mattino il vento rinforza un poco, vado per ridurre i giri del motore ma, improvvisamente, un rumore metallico mi raggela il sangue. Riduco i giri ed il rumore si attenua. Riporto un po' su i giri ed il rumore ritorna. Spengo immediatamente. La disperazione mi assale. Vorrei piangere ma non ci riesco. Che cosa fare? Senza motore non riesco assolutamente a procedere. Come in un lampo, mi tornano alla mente i giorni in cui, nel Golfo di Biscaglia, ebbi un' avaria che mi costrinse a ritornare a La Coruna. Anche li' che delusione! Debbo rientrare a Salvador a vela. Per fare questo vento e corrente sono in mio completo favore. Inverto la marcia, e mi metto a fare a ritroso le 25 miglia fino ad allora cosi' faticosamente percorse. Mille pensieri neri mi hanno attraversato in quelle ore. Il motore da riparare a Salvador, il denaro che sarebbe stato necessario, le difficolta' ambientali di un luogo dove, e' ben risaputo, l'approfittarsi del navigatore di passaggio e' sport molto comune. Il tempo necessario per ultimare i lavori mentre a fine marzo ho un appuntamento in Martinica che non voglio mancare, costi quel che costi. E Martinica non e' dietro l'angolo. Con le ore, mentre conduco la mia navigazione, ora veloce e piacevole dal punto di vista nautico, con la massima precisione possibile, comincio a ragionare un po' meno emotivamente. Esamino le varie ipotesi di avaria. Penso e ripenso a come il motore abbia generato quel rumore. Forse per darmi coraggio, faccio anche ipotesi meno catastrofiche di quelle iniziali. Intanto l'imboccatura della baia di Salvador si avvicina, l'ingresso non e' difficile ma non sono ammessi errori, se per qualche motivo non riesco ad entrare e' finita. Se dovesse cambiare il vento o se questo dovesse cessare verrei trascinato verso costa piu' a sud di Salvador. Controllo la marea, per fortuna e' entrante. Devo stare vicinissimo alla riva dell'oceano. Se restassi senza vento verrei comunque risucchiato dentro. Ma devo stare vicinissimo, quasi a sfiorare le rocce sopravvento. Molto piu' vicino di quanto mai farei in condizioni normali, l'occhio fisso sull' ecoscandaglio, carte alla mano e pronto a cogliere variazioni del colore dell'acqua segnalante fondali pericolosamente ridotti. Sfioro il faro di Barra, entro nella baia. Sono dentro e non c' e' il rischio di tornare fuori. Comincio a respirare piu' normalmente. L'ancora penzola a prua. Ci sono 10/15 metri d'acqua, nella peggiore delle ipotesi affondo l'ancora e almeno sto fermo e non vengo trascinato dalla corrente della marea montante che e' di oltre 2 nodi. Sfilo lungo la sponda della baia dove sorge Salvador. Che differenza di stato d' animo rispetto a quando percorsi questa rotta arrivando dopo la traversata da Capo Verde! Comunque il peggio puo' ancora capitare. Il vento e variabilissimo, si va dalla calma alle raffiche, qualche volta gira e minaccia di portarmi in costa. Devo puntare il molo di sovraflutto del porto mantenendomi quanto piu' possibile sopravvento, anche qui, se lo manco sarebbe poi impossibile entrarci perche', se lo sorpasso, con queste condizioni di vento e corrente non avrei modo di risalire. Ammaino la randa. Col solo fiocco e' piu' facile gestire la barca, anche se la manovrabilita' e la velocita' ne risentono. Mentre procedo osservo bene la riva, devo avere in ogni momento un piano per un ancoraggio alla disperata se le cose dovessero girare male. Il molo si avvicina. Mi preparo ad entrare sfruttando il poco abbrivio che ho. Se riesco ad entrare nel porto posso gettare l'ancora dove capita e, se non altro per liberare l'area, sempre molto congestionata di traffico marittimo, qualcuno mi rimorchiera' . Pero' ormai, rotto per rotto, c'e' ancora Giovanni. Lo metto in moto, parte regolarmente, ingrano la marcia al minimo, avvolgo il fiocco e, senza ulteriori difficolta', ormeggio Ulyxes allo stesso pontone dal quale sono partito appena due giorni prima. Una volta al sicuro l'ansia che mi aveva attanagliato per ore si allenta. I vicini di barca sono tutti molto solleciti, solidali, vogliono sapere tutto, un domani potrebbe capitare anche a loro. Uno mi porta del pane fresco, un'altro mi invita una birra gelata e, insomma, si puo' cominciare a far pace col mondo. In fondo sono al sicuro a Salvador. Solo poche ore prima non era affatto scontato!
In tutte queste peripezie mi e' stato di grande conforto la vicinanza degli amici radiamatori e di uno in particolare, grazie Roby.
PS dopo aver ormeggiato ho provato a fondo Giovanni e gira regolarmente senza rumori strani. Ho una possibile diagnosi, se essa dovesse rivelarsi esatta ho in barca i ricambi per fare la riparazione. Ma questo e' un altro film. Ne riparleremo.
In tutte queste peripezie mi e' stato di grande conforto la vicinanza degli amici radiamatori e di uno in particolare, grazie Roby.
PS dopo aver ormeggiato ho provato a fondo Giovanni e gira regolarmente senza rumori strani. Ho una possibile diagnosi, se essa dovesse rivelarsi esatta ho in barca i ricambi per fare la riparazione. Ma questo e' un altro film. Ne riparleremo.
venerdì 10 febbraio 2012
Sto scrivendo non appena assicurati gli ormeggi di Ulyxes in un posto barca vicino a dove stava fino a due giorni fa. Ora mi sto un poco riprendendo ma stanotte (sempre di notte, maledizione), quando il motore ha fatto quel bruttissimo rumore metallico, mi e' venuta una tale rabbia che avrei preso la barca a martellate per fargliela pagare. Ero stanchissimo per la dura lotta contro una corrente enorme, 2,5 nodi contro i 0,5 che danno le carte, e il vento debole e contrario. Vi faro' avere la foto del plotter che spiega, meglio delle parole, cosa vuol dire navigare in quelle condizioni. Ed ecco che, quando comincio a capire come negoziare la situazione con l'uso del motore a basso regime, detto motore comincia scampanare all'improvviso. E' stato come ricevere un cazzotto in pieno viso. Comunque ora sono qui, ho potuto rientrare tutto a vela e non e' stato facile, all'ultimo momento ho acceso il motore per entrare all'ormeggio e non ha rifatto il rumore. Ma ora non voglio pensarci, debbo recuperare forze e morale. Vi abbraccio GB
Messaggio ricevuto il 10/02/2012 ore 17:20 UTC
Messaggio ricevuto il 10/02/2012 ore 17:20 UTC
Sto rientrando a Salvador a causa del motore, ha cominciato all'improvviso a fare un brutto rumore metallico, ho aperto il coperchio delle punterie le valvole sembrano a posto, il rumore sembra venire dall'interno del monoblocco. Non posso proseguire e mi serve una buona officina. Vi lascio immaginare il mio stato d'animo.
Messaggio ricevuto il 10/02/2012 ore 09:20 UTC
Messaggio ricevuto il 10/02/2012 ore 09:20 UTC
giovedì 9 febbraio 2012
mercoledì 8 febbraio 2012
martedì 7 febbraio 2012
Ci siamo, domani mattina si parte, la barca e' pronta e lo skipper pure anche se, come sempre alla partenza per una lunga traversata, passo per stati d'animo diversi e, a volte, anche contraddittori. Sono contento di partire, la Guiana e' li che mi aspetta, ma resterei volentieri ancora un poco a Salvador. Ho desiderio di navigare e di sentire di nuovo il rumore del mare e del vento ma anche la sicurezza di un porto sicuro non la disprezzo. Insomma, la partenza e' davvero un momento particolare nella vita di chi naviga. Da domani si riprendono le vecchie abitudini compresa quella del nostro contatto radio serale, speriamo di avere dei QSO belli e soddisfacenti come in passato.Um abrazo dal Brasile
Messaggio ricevuto il 07/02/2012 ore 20:35 UTC
Messaggio ricevuto il 07/02/2012 ore 20:35 UTC
lunedì 6 febbraio 2012
In ricordo di Sandro IS0MYN
Ancora oggi, ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, quando penso a Sandro, ho un motto di incredulita'. Come credo capiti un po' a tutti, quando una persona, che e' molto presente nella nostra vita muore, c'e' una parte della nostra mente che rifiuta la realta'. E Sandro, in particolare durante il periodo della mia prima avventura in barca a vela, era stato enormemente presente e assiduo. Non da solo certo, ma era un punto di riferimento costante, sempre pieno di idee, entusiasta di dare il suo contributo tecnico ed umano. La sua natura era schiva e lui era uomo spesso di poche parole, ma in sua compagnia si stava bene. Il suo ricordo e' presente molto spesso durante i miei QSO di questo viaggio, e torna allora il rimpianto per la morte cosi' inaspettata e prematura di un amico caro.
Ciao Sandro, conservero' di te un ricordo bellissimo come amico e come collega radioamatore.
Ciao Sandro, conservero' di te un ricordo bellissimo come amico e come collega radioamatore.
Ancora oggi, ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, quando penso a Sandro, ho un motto di incredulita'. Come credo capiti un po' a tutti, quando una persona, che e' molto presente nella nostra vita muore, c'e' una parte della nostra mente che rifiuta la realta'. E Sandro, in particolare durante il periodo della mia prima avventura in barca a vela, era stato enormemente presente e assiduo. Non da solo certo, ma era un punto di riferimento costante, sempre pieno di idee, entusiasta di dare il suo contributo tecnico ed umano. La sua natura era schiva e lui era uomo spesso di poche parole, ma in sua compagnia si stava bene. Il suo ricordo e' presente molto spesso durante i miei QSO di questo viaggio, e torna allora il rimpianto per la morte cosi' inaspettata e prematura di un amico caro.Ciao Sandro, conservero' di te un ricordo bellissimo come amico e come collega radioamatore.
Messaggio ricevuto il 06/02/2012 ore 10:35 UTC
Messaggio ricevuto il 06/02/2012 ore 10:35 UTC
venerdì 3 febbraio 2012
Ieri sera ho lavorato fin tardi ma volevo mandare queste righe e le relative foto della festa di Yemanja perche´ volevo rendervi partecipi di qualcosa di particolare che avviene in questa parte del mondo. per il resto tutto procede e spero che, come mi hanno promesso, oggi mi consegnino il gommoncino.Un abbraccio GB
Messaggio ricevuto il 03/02/2012 ore 08:20 UTC
Messaggio ricevuto il 03/02/2012 ore 08:20 UTC
mercoledì 1 febbraio 2012
Ciao a tutti, ormai ci siamo quasi, sto ultimando i preparativi e oggi ho consegnato il gommoncino ad un tipo che dovrebbe restituirmelo riparato dopodomani venerdi, sperem. Nel frattempo ho fatto i cambi dei filtri e degli olii quindi il motore e' pronto. Domani andro' ad assistere alla festa di Jemanja, la madre protettrice del mare, una via di mezzo tra una divinita' pagana e una protettrice cristiana, con l'intervento di tante barche e il lancio di fiori e di piccoli doni in mare. Nel we faro' pulire la carena dallo stesso sub che mi ha aiutato col turafalle e ultimero' i controlli e i preparativi. Lunedi, se il meteo promette bene faro' la spesa finale, e ripassero' per i vari uffici che devono apporre i visti per la partenza. Quindi da martedi' ogni giorno e' buono per la partenza per la Guiana Francese. Quasi sicuramente dovro' inizialmente seguire una rotta per est o addirittura sud-est per allontanarmi dalla costa e cercare di sottrarmi alla corrente del Brasile che porta dritti a sud. Una volta al largo la corrente dovrebbe affievolirsi e tentero' di risalire fino all'altezza di Fernando de Noronha per poi virare a sinistra in direzione della Guiana, restando sempre ben al largo della costa. Fino all'altezza di Fernando mi aspetto una navigazione molto lenta e faticosa, immaginate che ho visto gia' tre barche lasciare Salvador per il nord e tornare indietro data la difficolta' di avanzare nella stessa direzione che io desidero. Del resto per avere condizioni piu' favorevoli sarebbe necessario attendere aprile e per me questo e' impossibile. Vi terro' informati sugli sviluppi dei prossimi giorni. Un abbraccio. Gian Biagio
Messaggio ricevuto il 01/02/2012 ore 19:00 UTC
Messaggio ricevuto il 01/02/2012 ore 19:00 UTC
Inno al turafalle
Ieri nelle more dei controlli e lavori da fare prima della partenza, mi sono deciso a mettere mano alla valvola di scarico del, pardon, wc. Da tempo si apriva solo parzialmente e, ancora pardon, capite che una valvola di scarico del wc puo' creare qualche fastidioso inconveniente. Andava sistemata. E cosi' me le sono inventate tutte, olio, grassi vari, ripetuti movimenti della leva avanti e indietro ma niente, lei imperterrita si apriva di pochissimo. Mi immaginavo quando, fra non molto, sarebbe venuta a trovarmi una persona a me molto cara. Tesoro fai attenzione, la carta...pochissima, un foglietto alla volta, e altre inenarrabili avvertenze. Roba da far diventare stitici per paura dell'immondo ingorgo del wc. Dopo tanti tentativi, tutti infruttuosi, si era fatto tardi e me ne sono andato a dormire. Gli incubi notturni avevano tutti soggetto scatologico, l'ingorgo assumeva i contorni del dramma. Riempiva la barca e mi costringeva a dichiarare emergenza m...da. Complice la birra bevuta a cena, durante la notte mi alzo per "espletare". Sollevo il coperchio del, arripardon, wc e ... era pieno d'acqua! La perfida valvola aveva deciso non solo di aprirsi poco ma anche, da chiusa, di far trafilare dell'acqua di mare. Ohibo', stavolta era proprio un problema serio. Si e' aperta la fase del panico. Cosa faccio? Compro una nuova valvola, faccio sollevare la barca e la sostituisco? Si certo! Ma se non ho la piu' pallida idea perfino di come si dice valvola il brasiliano. E la gru? Bisogna spostarsi in un altro porto. E la spesa? Un vero film di guerra. Mi sono sentito nella cacca, quella vera. L'acqua che entrava non era molta ma ero in piena depressione. Ho allora deciso di prendermi un momento di riflessione. Si erano fatte le nove, ho preso il piccolo traghetto che si ormeggia proprio vicino ad Ulyxes e ho fatto una visita all'isola di Itaparica, qui di fronte. Ho visitato l'isola e intanto il mio pensiero andava sempre alla stramaledetta valvola. Intorno alle tre sono tornato e, miracolosamente, mi e' venuta la voglia di dimostrare alla suddetta valvola che avevo ancora qualche carta da giocare, ancora non era detto che non riuscissi a trovare la soluzione. Vado alla barca di un tedesco che vive qui in barca, lui conosce bene Salvador, mi avrebbe sicuramente aiutato. Busso alla barca. Niente. Nessuna risposta. Ribusso. Ancora niente. Guardo in coperta e vedo DUE paia di scarpe ordinatamente poste davanti all'ingresso. Un paio grandi e uno, da donna, piu' piccolo. Capisco al volo e mi allontano velocemente, per evitare spiegazioni imbarazzate. Torno su Ulyxes, prendo le misure della valvola, ne prendo con me una piccola, che avevo disponibile, per campione. Vado al negozio di ferramenta qui vicino e, in qualche modo, sicuramente comico, visto quanto rideva il commesso, gli faccio capire cosa mi servisse. Lui mi spiega che non ce l'ha ma mi da le indicazioni per raggiungere un negozio che fornisce pezzi ai pescherecci. Ci vado e trovo, miracolo, la valvola. Torno in barca e cerco e trovo una vecchia conoscenza. Proprio quel famoso cono di legno che aveva salvato la giornata quando lo usai per turare la falla che si era aperta in conseguenza della rottura del passascafo al largo delle Canarie. Interpello un tizio che, in apnea, pulisce le carene delle barche qui al marina e, in mezzo a mille equivoci, riesco a fargli capire che doveva scendere sotto e martellare il suddetto turafalle nel foro dello scarico. Lui ha tentato di tappare altri fori che esistono in carena. Ogni volta avevo il mio da fare per fargli capire che stava tentando di turare il foro sbagliato. Finalmente ha trovato quello giusto. Un trionfo. Ho potuto svitare dall'interno la vigliacchissima valvola che perdeva e montare al suo posto quella nuova. Che goduria. Ora il wc e' tornato alla sua gloriosa funzione senza il minimo problema. Un antico scienziato chiedeva un punto d'appoggio e sarebbe stato in grado di sollevare il mondo con una leva. Io, piu' modestamente, mi accontento di un turafalle di legno per convincere l'acqua del mare a stare fuori dalla barca. In situazioni le piu' diverse.
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