mercoledì 27 giugno 2012
Una Notte
Poco fa sono uscito in pozzetto, intendevo fare i soliti controlli prima di andare in cuccetta per la notte. Mentre poggiavo il piede sul primo gradino della scaletta di uscita, da fuori mi e' giunto un baluginio che mi ha sorpreso. Venendo dal quadrato illuminato la vista non era abituata all'oscurita'. Ma subito ho visto meglio. Era il riflesso della luna crescente sulla superficie solo debolmente increspata del mare. Mi sono detto " Che meravigliosa visione ". Continuo la mia salita e mi siedo in pozzetto. Ulyxes procede placidamente nel poco vento, il mare e' calmo e le onde languide ispirano serenita', il cielo, con questa luna cosi' lucente e un pensiero mi ha fatto sussultare. Un fulmine mi ha percorso, mi ha preso alla gola un senso di smarrimento. Ma questa e' l'ultima notte di navigazione di questo viaggio! Ma come e' possibile! Avevo da coprire 12000 miglia e ora me ne sono rimaste solo 90 fino a toccare le sponde della mia Sardegna. Ma, e tutte quelle notti, a volte insonni, per il tempo, per problemi a bordo, per il traffico? Sembrava che fossero eterne e che ne fossero infinite. E ora non ne e' avanzata che una. Perche' non me le sono memorizzate una ad una, nei dettagli, come la ripresa di un film, per poterle rivivere? Nella vita normale le notti sono giusto un periodo in cui la luce del sole e' assente. Nel pozzetto della barca le notti sono il regno della magia, del mistero, della soprannaturale luce delle stelle. La notte a terra e' buia e non da mai gioia. A bordo non e' mai buia, l'immensita' ti sovrasta senza minacciarti, le stelle, la Via Lattea, le profondita' cosmiche sono la', a portata della tua anima. Non le puoi toccare, anzi ti testimoniano, senza malanimo, che tu non sei assolutamente niente, loro sono in una dimensione di fronte alla quale tu conti quanto lo zero. Eppure, nel pozzetto della barca, questo pensiero non mi angoscia. La mia infinita piccolezza non mi angoscia. Il firmamento e' infinitamente infinito ma io da quaggiu' lo posso vedere, ne posso percepire la sua essenza sensibile, e allora esisto anch'io. Sono una parte di questo firmamento anch'io. E anche questo mare esiste. Non mi chiedo perche' le cose sono cosi'. Non mi chiedo il fine delle cose. Mi basta sentire il fruscio del vento, il canto dell'onda sotto la luce della luna e la vita ha senso perche' e' cosi'.
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