Sono ormai quasi arrivato a casa, ancora un'ora scarsa di volo e, Alitalia permettendo, alle 14:00 dovrei essere a Elmas. Ero davvero alla " fin do mundo"
come dicono laggiu', visto che ci sono voluti due giorni pieni per tornare a
casa. A un mese dalla partenza (come vola il tempo), posso solo dire che la
Terra del Fuoco mi ha affascinato e lasciato un ... fuoco dentro indefinibile,
ed un desiderio chiaro: ritornarci, magari con modalita' e in condizioni
differenti. Chissa'. Per ora mi accontento di rivedere con gli occhi della mente
quei panorami cosi intensamente diversi dai nostri e cosi tremendamente
affascinanti. Solo dopo esserci stato riesco a percepire qualcuno dei motivi che
hanno calamitato l'interesse e l'attrazione di esploratori e viaggiatori del
passato, quando solo il viaggio per giungervi era un' avventura in sé. Ora e', o
sembra, tutto facile, ma navigare in quelle acque e' stata una grandissima
emozione. L'Horn, i canali, il vento sempre impetuoso, gli albatros, i nomi
sulla carta nautica cosi evocativi di un' era di grandi esplorazioni si
stampano in maniera indelebile nella mente di chi ama navigare. Sono andato
via un poco a malincuore, ancora non ero sazio. Ho lasciato in quel mare scuro,
e per questo vero e autentico nel suo mistero, un po' di me e della struggente
malinconia che prende il navigante quando percepisce la sua piccolezza di fronte
alla solennità, alla maesta' e alla sconfinata potenza delle onde. Il
Mediterraneo, il sole, l'estate assolata sono belle cose, le godo e mi piacciono
sicuramente, ma il grande sud e' un altro mondo. Davvero la fin do mundo.
Un
saluto
GB
Nessun commento:
Posta un commento